giovedì 27 settembre 2012

Materiali del 21 aprile 2012 Sintesi dei lavori del pomeriggio svoltisi in riunione plenaria a cura di Livia Geloso

I lavori pomeridiani hanno compreso i lavori dei due gruppi di discussione e i lavori in sessione plenaria. I lavori in sessione plenaria iniziano con le relazioni dei due gruppi, ai quali erano stati assegnati i seguenti titoli:
a) "Sessualità, benessere e problemi di demedicalizzazione";
b) "Il rapporto tra chi ha vissuto l'esperienza del self-help e le nuove generazioni".

Il gruppo a) parte da un tema che ha suscitato emblematicamente un'accesa discussione, quello della depilazione dei genitali diffusa tra le giovani donne. Infatti, c'è chi la definisce una 'moda' che viene dall'estero, non nostra, e che induce le ragazze ancora una volta ad adeguarsi ai desideri maschili, desideri che vengono interpretati come ricerca di un genitale femminile prepubere. Altre, invece, ritengono importante contestualizzare il fenomeno della moda di depilarsi diffusa anche tra i giovani maschi, cercando di comprendere e di non giudicare nuovi comportamenti, ritenendo di restare in tal modo fedeli allo spirito di accettazione e accoglienza del self-help.
Si prosegue affrontando la questione del rapporto delle giovani con il loro corpo.
A fronte dell'acquisizione, da parte delle giovani, di una maggiore capacità di ricercare il proprio piacere, starebbe la persistenza di una percezione tendenzialmente non positiva dei propri genitali. Ad esempio, le secrezioni vaginali, le cosiddette "perdite", sono generalmente rifiutate, anche a causa del bombardamento della pubblicità sugli assorbenti al di fuori del flusso mestruale. Anche le mestruazioni continuano ad essere poco accettate dalle giovani, perché considerate un disagio se non addirittura una malattia di cui si farebbe volentieri a meno, atteggiamenti sostenuti dalla medicina ufficiale che continua a trattare le funzioni fisiologiche femminili come "disturbi" da curare. A causa del cattivo rapporto con le secrezioni e con le mestruazioni, dunque, i genitali continuano ad essere considerati sporchi da molte giovani. Vengono, infatti, ampiamenti usati deodoranti oltre agli assorbenti esterni anche al di fuori del periodo mestruale, non per igiene, in quanto l'uso dei suddetti sarebbe un modo sbagliato di intendere l'igiene, poiché i deodoranti e gli assorbenti favoriscono lo sviluppo delle infezioni vaginali.
Un altro tema affrontato è quello dell'importanza acquisita dalle difficoltà a procreare sia perché spesso gli uomini si rifiutano di diventare padri, sia perché l'infertilità è in aumento in entrambi i sessi, sia per le difficoltà economiche. Al contrario, negli anni '70, era la possibilità di non restare incinte o di non portare avanti un gravidanza non voluta la questione centrale. Si è fatto, inoltre, riferimento al contesto mondiale in cui, oggi, inquadrare la scelta di avere figli/e, contesto che è fortemente connotato dalla percezione dei limiti dello sviluppo, al di là di una politica di Family Planning (pianificazione familiare) calata sulla testa delle donne.
Altro tema molto sentito è stato quello riguardante il rapporto tra le madri femministe e i/le loro figli/e. Le madri femministe si sono autodefinite "ingombranti", e come frutto delle loro elaborazioni personali hanno condiviso la consapevolezza che il conflitto fa parte della vita e va accettato, quindi, in quest'ottica. Una questione particolare è risultata quella relativa all'educazione dei figli maschi. Si vorrebbe crescere dei figli maschi rispettosi delle donne. Si è arrivate alla conclusione che la cosa migliore sia lasciarli andare, perché si emancipino e diventino autonomi e responsabili.   
Infine, viene auspicata la formazione di gruppi per recuperare la corporeità tra donne, gruppi che si incontrino alla Casa. Il recupero della corporeità può essere perseguito - viene suggerito - oltre che attraverso la pratica del self-help, anche attraverso la Bioenergetica, il Focusing, il Teatro, ecc. Viene anche auspicato che si sviluppino reti di donne per aiutarsi reciprocamente e per coltivare il piacere di stare insieme. A proposito delle "reti di donne", viene auspicato che attraverso di esse si possa sostenere le donne che scelgono di fare figli da sole, portando in tal modo avanti lo smantellamento del modello patriarcale.

Il gruppo b) inizia relazionando sul tema se abbia senso rifare self-help oggi. Ci si è chieste: perché non lo si fa? perché non è stato trasmesso? In un primo tempo, nel gruppo di discussione, ci si è risposte che occorre tener conto del contesto storico attuale, molto diverso da quello in cui si è praticato il self-help. Ci si è dette che è difficile rifare self-help perché quella pratica era inscindibile dall'autocoscienza, da uno specifico contesto politico collettivo. Alla fine, invece, dopo aver parlato a lungo, ci si è rese conto di non essere poi così pessimiste e, al contrario, è emersa la sensazione comune che la radicalità di quel pensiero ci sia ancora, che sotto traccia il percorso sia continuato nella forma di un'influenza diffusa, cosicché quello che occorre è l'invenzione di un approccio adatto ai tempi, anche oltre la "memoria possessiva" della generazione che ha dato vita al neofemminismo. Si è auspicato che si pensi sempre più in termini di scambio tra generazioni piuttosto che in termini di trasmissione. Quest'elaborazione - si è detto - fa riferimento all'attuale riflessione sulla possibilità di riproporre, oggi, le pratiche femministe degli anni '70 decontestualizzandole.
Collegato al tema della riproposizione del self-help, è stato svolto quello relativo al modo in cui attualmente viene vissuto il rapporto tra corporeità e sessualità. Molta attenzione ha suscitato la considerazione che, oggi, nel campo dell'educazione sessuale, sono presenti 2 discorsi:
- quello della scienza, della sessuologia, oggettivante e medicalizzante;
- quello della pornografia, la quale, come si sa, usa molto le immagini ed ha avuto un enorme sviluppo con internet .
Rispetto agli anni '70, mostrare una vulva, oggi, dunque, ha un altro significato. Oggi, appare importante raccontare la sessualità, per opporsi alle descrizioni anatomiche, alla riduzione e commercializzazione di "pezzi di corpi". Nel raccontare si può fare riferimento sia alla quotidianità dell'esperienza, sia ad archetipi femminili che ci arrivano da altri tempi storici, dalla "preistoria". Si tratta di archetipi positivi, carichi di significato, capaci di evocare la complessità dell'esperienza e dell'identità delle donne.

Nella discussione in plenaria, si è sottolineato che la Casa è importante come luogo in cui sviluppare lo scambio tra generazioni di donne. Si sono analizzati i percorsi dei 2 gruppi di discussione rispetto alla riproposizione del self-help, notando che il gruppo a) è partito dando per assodata la necessità di riproporre il self-help, anche se ha sottolineato il non facile compito di inquadrare tale ripresa nell'attualità; mentre il gruppo b) è partito dalla messa in discussione della suddetta pratica, in quanto pratica storicamente datata, per arrivare, invece, ad una posizione ottimistica, sulla base dell'emersione della nozione di influenza diffusa. E' stata sottolineata l'importanza dell'immaginario rispetto alla sessualità. E' stato ricordato che il Femminismo e il self-help hanno cambiato il modo di stare tra donne, compresa l'apertura della possibilità di uscire e di andare in giro con altre donne ed anche da sole. E' stato ricordato l'impegno del movimento di cooperazione educativa definito dalla dizione "andare a scuola con il corpo", di cui si è persa traccia. Viene messa a fuoco la necessità di imparare ad utilizzare i mezzi di espressione e di comunicazione attuali, di cui si servono le giovani generazioni. In particolare, si ricorda la validità dell'uso del blog e del linguaggio audiovisivo. Si sottolinea l'opportunità, dunque, di individuare materiali da utilizzare per realizzare altri video, oltre i primi 2 sul self-help, il secondo dei quali è stato proiettato al mattino; entrambi sono visibili sul blog e su Youtube. Si tratta di un nuovo modo di fare controinformazione con i mezzi mediatici attuali. D'altra parte, viene detto che l'uso di un mezzo non esclude l'uso degli altri.

Intervento di Stefania Costa sul movimento per la salute delle donne negli USA
Sul nostro blog c'è l'indirizzo del sito della Self-help Clinic di Los Angeles, fondata dal gruppo da cui è partita la pratica del self-help nel 1971 (The Feminist Women's Health Center of California). Sul sito si può vedere che le donne della Clinic hanno continuato in questi anni a praticare l'autovisita in gruppo e individualmente. Nel sito c'è uno spazio intitolato "My beautiful cervix" (La mia bella cervice) che mi ha fatto pensare ad una versione attuale delle nostre schede per l'autovisita, quelle che usavamo nel Gruppo Femminista per la Salute della Donna (Gfsd). Una donna ha fotografato le varie fasi del suo ciclo mestruale, ovvero i cambiamenti del collo dell'utero nelle varie fasi del ciclo, e in vari cicli. Ci sono, inoltre, tante informazioni sulla contraccezione, sulle malattie dell'apparato genitale, sull'aborto, ecc. Il gruppo di Los Angeles ha scritto un libro, "A New View of Woman' Body", di cui il nostro gruppo (il Gfsd) ha tradotto alcuni capitoli: quello sui genitali femminili, "La clitoride"; e quello sulle secrezioni, "Odori e umori". Li si può consultare ad Archivia.
Per quello che riguarda il libro "Noi e il nostro corpo", del Collettivo di Boston, anche loro hanno un sito di cui c'è l'indirizzo nel nostro blog. "Noi e il nostro corpo", chiamato "Obos" - acronimo derivato dal titolo in inglese "Our bodies, Ourselves" - è stato tradotto e continua ad esserlo. La storia e l'analisi del viaggio di questo libro costituisce il tema di un saggio molto interessante, scritto da Kathy Davis, ricercatrice nell'Università di Utrecht, dal titolo "The Making of Our Bodies, Ourselves. How Feminism travels across borders" ("Il farsi di Obos. Come il femminismo viaggia attraverso i confini"). Vediamo, ora, due casi esemplari delle vicissitudini delle traduzioni di Obos: quello della traduzione in lingua spagnola e quello della traduzione in Bulgaria. L'edizione spagnola fu fatta subito, in forma ciclostilata, per le donne ispaniche negli USA; ma ad un certo punto alcune donne ispaniche hanno rifiutato quello che percepivano come il taglio individualistico americano, dato che nella loro cultura si vive in comunità. Così tutto il lavoro del self-help ha dovuto essere inserito nella vita della comunità e includere uomini e bambini. Sono stati inseriti anche capitoli sulla religione e sulla spiritualità, e sulle cure tradizionali proprie della comunità ispanica. Ci hanno lavorato per 20 anni! In Bulgaria, al contrario, lo hanno dovuto presentare come un prodotto tipicamente americano per farlo accettare alle donne. Così il titolo è diventato "Il mio corpo e la mia vita". Hanno tolto tutti i termini che finivano in "-ismo/i", perché ricordavano parola cadute in discredito come "comunismo", "collettivismo", ecc. Il testo si rivolge alla donna singola, non alle donne, e ha come obiettivo aiutarla a sviluppare la sua capacità di apprezzare se stessa, la sua sessualità e la sua vita.

Conclusioni
Livia Geloso e Giovanna Pompili, in rappresentanza di Archivia, hanno ribadito che questo incontro è l'inizio di un percorso a cui si tiene molto, poiché il self-help, insieme all'autocoscienza, rappresentano le due pratiche che hanno caratterizzato la nascita del neofemminismo e la sua specificità; e perché il self-help aveva alla radice l'accettazione del proprio corpo e la ricomposizione di corpo e psiche. Viene anche ripresa l'importanza del clima di scambio che si è creata in questa giornata, ben riuscita in ogni sua parte, compreso il buffet offerto da 15 donne partecipanti all'organizzazione dell'evento, e goduto nel bel cortile della Casa. L'atmosfera che si è creata, ha davvero avuto la stessa qualità accogliente dei momenti che hanno reso bello far parte del movimento negli anni '70. Al prossimo direttivo di Archivia verrà fissata l'istituzione di una giornata annuale dedicata al progetto "Self-help riparliamone", e alla prossima giornata si arriverà portando quello che si è fatto nel frattempo.      





Nessun commento:

Posta un commento