mercoledì 21 novembre 2012

17 novembre: Internet, la contraccezione, le giovani - Pina Caporaso

Il tema di questa comunicazione richiede in prima battuta un accenno alla crescente presenza e alla sempre più ampia diffusione dell’iniziativa delle donne nella rete. Contrariamente allo stereotipo che vorrebbe le donne lontane ed incapaci di governare i mezzi tecnologici, assistiamo e partecipiamo ad un uso importante, quotidiano, di Internet, sia di singole che di gruppi e associazioni impegnati in ambito femminista. Che sia un blog permanente o una mailing list per promuovere una singola iniziativa, che il tema sia la violenza contro le donne o la difesa della legge 194, che si tratti di adolescenti, ventenni, trentenni e via via più su, direi che in rete ci siamo.
Il punto, però, è un altro.

Intanto, c’è un grande cambiamento a cui sottoponiamo le nostre modalità comunicative e relazionali, e di questo si sono accorti sia il mercato, con una sempre più massiccia proposta pubblicitaria associata a siti e blog, sia chi continua a sostenere una cultura maschilista ed una visione sessista dei rapporti tra i generi, usando per questi fini i mezzi che tutte abbiamo a disposizione in rete. Perciò il mezzo, in questo caso, non è il messaggio, su cui c’è invece bisogno di un’attenzione e una “vigilanza” femminista continua.
In secondo luogo, esistono convenzioni più o meno codificate in rete sulla correttezza dell’utilizzo di mezzi come blog propri e altrui, siti e altro. Spesso viene suggerita una comunicazione ad effetto,   breve e veloce, graficamente accattivante: va detto che non sempre queste sono qualità positive. 
Sul nostro blog, ad esempio, pubblichiamo post spesso lunghi e ragionati, frutto di ricerche e studi personali e collettivi, che richiedono impegno a chi scrive e a chi legge.
Non mi soffermo su altri stereotipi quali, ad esempio, la presunta superiorità di una scrittura maschile in rete, superiore perché più politica che personale: si capisce bene, anche solo da questo spunto, quanto sia ancora attuale la riflessione femminista sull’interezza delle nostre esistenze e dei nostri corpi rispetto alla politica. Né è possibile, sebbene la cronaca ne richiami esempi continui, trattare ora il tema del cyberstalking e di tutta la palude che intrappola le donne in circuiti di violenza poco virtuali e molto reali, nonostante partano dal web.
Per me è importante partire da questo approccio, per segnalare alcuni interessanti temi sulla contraccezione che vengono da Internet e che riguardano proposte di informazione rivolte alle più giovani. Su quest’ultima definizione - giovani - voglio condividere uno dei ricordi più forti che mi ha lasciato “Primum Vivere” a Paestum: una ragazza che interviene in un’affollatissima assemblea plenaria e dice che siamo tutte contemporanee, che l’età non deve essere uno dei tanti fattori di divisione e che la storia non è ancora finita, e in questo senso siamo tutte “femministe storiche”.
Ovviamente, la forza di queste affermazioni non riduce la differenza esistente tra donne di età diverse, così come si potranno trovare approcci molto diversi tra chi ha vissuto l’esperienza dei movimenti per la salute delle donne e chi cerca di diffondere una consapevolezza del corpo e della sessualità ora, in altri contesti e in situazioni mutate. La sfida interessante di questo incontro sta proprio nel recuperare - e prima ancora conoscere - ciò che le diverse esperienze hanno detto e possono ancora dire su questo come su molti altri temi.
Di seguito indicherò una serie di link e materiali utili per offrire spunti di riflessione:
- Sex choises, la controguida al sesso a cura del collettivo Altereva di Torino, della quale parleranno direttamente le ragazze che l’hanno scritta;
alcune pubblicazioni della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, in particolare Sesso senza sorprese; vale la pena sottolineare (criticamente) che si tratta di materiali sponsorizzati da note case farmaceutiche, prciò incoraggianti ad usare la pillola o comunque contraccettivi ormonali;
Sui nostri corpi decidiamo noi, a cura delle Sommosse di Torino; è un opuscolo di qualche anno fa molto semplice e diretto;
un Vademecum per adolescenti su contraccettivi e prevenzione di Femminismo a Sud, che cito non casualmente perché è uno dei gruppi più seguiti su Internet e non solo.

Ciascuna di noi, leggendo, potrà farsi un’idea dei temi prevalenti e delle modalità in cui si sceglie di trattarli, e questo potrà anche suggerire riflessioni per i gruppi che discuteranno nel pomeriggio.

A margine di questa rassegna mi interessa segnalare una ricerca contenuta in una raccolta di saggi curata da Patrizia Guarnieri per la Società Italiana delle Storiche, In scienza e coscienza - Maternità, nascite e aborti tra esperienze e bioetica ( Carocci, 2009). Si tratta del lavoro di Cristina Pratesi, psicologa presso i Centri di consulenza giovani della Asl 10 di Firenze, a proposito del rapporto tra adolescenti e gravidanze. L’OMS riferisce dell’abbassamento della pubertà a 11 - 12 anni. Secondo le ricerche condotte, il 40% di coloro che hanno rapporti sessuali prima dei 17 anni non usa contraccettivi. Le gravidanze tra le adolescenti sono in crescita anche in Europa, con una maggiore diffusione del fenomeno in Svezia, Inghilterra, Galles e Italia. L’aspetto interessante è che non sempre questo fenomeno è legato ad una scarsa informazione sulle metodiche contraccettive. Agiscono invece, in molti casi, altri fattori a livello psicologico:
“[...] Spesso quindi la gravidanza in adolescenza è un “agito”, un fare irriflessivo di matrice inconscia che porta problemi e che quindi richiama l’attenzione dell’adulto” (C. Pratesi, op.cit.).
Forse questa riflessione suggerisce che il tema contraccezione, tra le più e le meno giovani, va costantemente bilanciato tra la necessità di informare in maniera corretta e non giudicante e la capacità di richiamare all’attenzione tutto il mondo di relazioni ed emozioni che si riversa e si esprime nella sessualità. Mi pare importante, in questo senso, ragionare su uno dei temi più battuti dal self-help, ovvero la concezione di una corporeità che segna il pensiero (e viceversa). Un approccio spesso inesistente e rimosso anche nei tentativi migliori; quanto mai urgente ora.

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