mercoledì 21 novembre 2012

Contraccezione, chi l'avrebbe detto?! Livia Geloso

Riflessioni sulla seconda giornata di Self-help: riparliamone! organizzata da Archivia 
17 novembre 2012 
Casa internazionale delle donne di Roma

Chi l'avrebbe detto che un tema come la contraccezione, da tempo scivolato dietro le quinte rispetto alle tematiche che galvanizzano l'attenzione, potesse suscitare tanti interventi interessanti e un clima di confronto e di condivisione tanto corroborante?
Chi l'avrebbe detto che le cose scritte nell'opuscolo dedicato alla contraccezione, "Anticoncezionali", pubblicato dal Gruppo Femminista per la Salute della Donna (GFSD) come cooperativa editoriale nel 1978, potessero ancora fornire un punto di riferimento? Chi l'avrebbe detto che avremmo riparlato con interesse del metodo dell'osservazione dei segni dell'ovulazione, compresa la temperatura basale, abbinato all'uso dei mezzi di barriera (diaframma, cappuccio cervicale, preservativo maschile) e agli spermicidi, metodo che permette di usare mezzi contraccettivi solo per una settimana al mese?
E allora provo a fornire delle spiegazioni da sottoporre anch'esse al confronto.
Con l'iniziativa "Self-help riparliamone" stiamo salvando un patrimonio prezioso che rischiava di andare perduto, e che può fornire un'impostazione fuori dal coro e di matrice femminista a temi come quello della contraccezione, che dalla seconda metà degli anni Ottanta è stato ricolonizzato dall'approccio tecno-medico-economico. Infatti, ci siamo chieste, per esempio, come mai il diaframma vaginale sia scomparso, così come gli spermicidi ad esso associati, e ci siamo risposte: "Perché è un metodo poco costoso e sul quale le donne possono esercitare la loro capacità di gestire la propria corporeità fertile!". Ci siamo dette che il diaframma non è sparito perché c'è stato l'avvento dell'Aids, dato che, invece, vengono ampiamente propagandati, anche nei consultori pubblici, gli anticoncezionali ormonali e gli IUD (o spirali) che non solo non proteggono dall'Aids, e dalle altre malattie trasmesse sessualmente (MTS), ma anzi ne favoriscono lo sviluppo. E in riferimento a questo abbiamo considerato il fatto che sarebbe meglio proporre il preservativo con la ricetta della pillola del giorno dopo in caso di fallimento, e la stessa cosa con il condom femminile, sperando che si diffonda presto anche in Italia. 
Quello che sta emergendo, dopo le due prime giornate (svoltesi il 21 aprile e il 17 novembre 2012), è la doppia valenza del riferimento al self-help, in quanto le donne che praticarono il self-help femminista, negli USA, in Italia come in altri Paesi, fornirono l'esperienza che permise di elaborare un taglio originale sul tema della salute delle donne, e non solo delle donne. Dunque, quando parliamo di self-help femminista, ci riferiamo sia alla pratica dell'autovisita sia ad un approccio originale alla salute e alla sessualità. E se ci stiamo chiedendo perché e come riprendere la pratica, l'approccio alla salute e alla sessualità è a nostra disposizione immediatamente. E Archivia, il fondo documentale e biblioteca della Casa internazionale delle donne di Roma, è, a quanto pare, il luogo ideale per riannodare questi fili e tesserne di nuovi.  
Da questo orizzonte, su questa base si sta dimostrando possibile incontrare proficuamente l'attualità così ricca e problematica, rappresentata sabato scorso da varie voci: la testimonianza di Aidos, con la presidente Daniela Colombo, l'ostetrica Ornella Fantini e Serena Fiorletta, responsabile ufficio stampa, che hanno parlato della campagna "Paper Dolls" per il condom femminile, e illustrato il ruolo di Aidos nel portare all'estero l'esperienza dei consultori femministi autogestiti, incontrando le donne di altre culture che vivono in situazioni politiche ed economiche molto diverse dalle nostre; quella di Cristina Damiani, ginecologa, che ha fatto parte del GFSD, sulla contraccezione nei consultori pubblici di Roma e del Lazio; quella di M.Grazia Cascio, per il Centro Donne Dalia, sulle donne immigrate del consultorio di piazza dei Condottieri nel quartiere Pigneto di Roma; quella di Pina Caporaso su giovani, contraccezione e internet; e quella del Gruppo Altereva di Torino, che da tre anni svolge un'interessante campagna di sensibilizzazione su contraccezione e sessualità presso i/le ragazzi/e delle scuole superiori, con audiovisivi, un opuscolo e incontri diretti nella forma di "laboratori". Quest'ultima testimonianza, riportata da Giulia Druetta e Anna Maria Brava, grazie anche agli spunti audiovisivi, ci ha dato la possibilità di immergerci vividamente nell'esperienza attuale delle generazioni più giovani. Alla fine ci siamo dette che vogliamo rivederci presto per sviluppare iniziative su cui relazionare tra sei mesi, in aprile, durante la terza giornata di "Self-help riparliamone".

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