martedì 6 novembre 2012

CENNI STORICI SULLA CONTRACCEZIONE DAL PUNTO DI VISTA DEL MOVIMENTO PER LA SALUTE DELLE DONNE a cura di Livia Geloso

Seconda parte:
La contraccezione femminile moderna e il suo impatto sulla corporeità. Anticoncezionali ormonali e lo IUD (o spirale).



Negli anni Cinquanta del secolo scorso, si sviluppa una branca della biologia e della medicina, quella che riguarda l'importantissima funzione degli ormoni e la loro produzione in laboratorio, che tanto ha influenzato e continua ad influenzare il rapporto con la corporeità nel mondo moderno. En passant ricordiamo che lo sviluppo in questione diede inizio alle procedure di cambiamento di sesso, insieme allo sviluppo delle tecniche chirurgiche relative. Ma sicuramente l'ambito in cui i farmaci a base di ormoni sintetici sono più utilizzati riguarda la salute delle donne. E per correttezza storica occorre ricordare che fu la stessa Margaret Sanger, che abbiamo incontrato come sostenitrice del diaframma vaginale, a entusiasmarsi, già ottantenne, alla possibilità di una contraccezione ormonale per le donne, tanto che raccolse fondi per un progetto che porterà, nel 1960, alla commercializzazione di Enovid, la "pillola" inventata da Frank Colton. Dopo di ciò, molte altre "pillole" vennero prodotte e commercializzate. Il loro lancio sul mercato si intrecciò con il profondo cambiamento nei costumi relativo al rapporto tra donne e uomini che stava avvenendo, e la "pillola" fu proposta come la chiave della "liberazione sessuale" delle donne, tanto che quelle che non ne volevano fare uso venivano definite "retrograde".
Alla fine degli anni Sessanta, però, le donne impegnate nel movimento per la salute all'interno del movimento femminista - il movimento nel movimento come lo ha definito Luciana Percovich - che sono anche le donne dei gruppi di self-help, esprimono una posizione diversa: si dedicano ad analizzare l'impatto degli ormoni sintetici utilizzati a fini contraccettivi sulla salute, e scoprono, basandosi sia su fonti ufficiali che sull'esperienza delle donne, una serie di effetti collaterali anche gravi; e, inoltre, portano l'attenzione sul fatto che l'assunzione di ormoni artificiali, sopprimendo il ciclo mestruale, altera la percezione della propria corporeità sessuata delle donne. La campagna di controinformazione e di denuncia portata avanti dalle femministe e dai gruppi di difesa dei consumatori ha successo e ottiene il risultato che gli anticoncezionali ormonali vengano modificati e venga posta maggiore attenzione alla nocività dei prodotti in commercio.

Intanto, negli anni Sessanta, erano state prodotti e commercializzati i primi IUD (Intrauterine Devices), meglio conosciuti come "spirali" in Italia: dispositivi in plastica, a volte anche con una parte in rame, che vengono inseriti nell'utero per renderlo inospitale all'ovulo fecondato. All'inizio del secolo XIX, erano stati sperimentati vari tipi di anelli composti da fili d'argento o di seta, sia in Germania che in Giappone, di cui i più famosi erano l'anelli di Graefenberg e l'anello di Ota; a causa delle infezioni e degli effetti secondari, ma soprattutto a causa delle leggi contro la contraccezione vigenti in entrambi i Paesi, tutti e due i dispositivi vennero abbandonati. Soltanto nel 1959, con la diffusione del concetto di "esplosione demografica", e con l'uso di nuovi materiali a basso costo, quali l'acciaio inossidabile e soprattutto la plastica, si ricominciò a parlarne come del mezzo perfetto per le donne del Terzo mondo, che si erano rivelate "troppo ignoranti" e "troppo poco motivate" per usare con successo un metodo come la "pillola" che deve essere presa ogni giorno. Lo IUD, nelle intenzioni dei medici, avrebbe dovuto essere un metodo ideale, in quanto si pensava che, una volta inserito, la donna non avrebbe dovuto fare niente finché non voleva avere figli. Invece, si è rivelato un mezzo da usare sotto stretto controllo medico per i disturbi e le complicazioni che può provocare. Nel 1975, uno IUD molto diffuso negli USA, il Dalkon Shield, fu denunciato perché aveva causato perforazioni dell'utero e infertilità, e ritirato dal mercato. Era stato il primo IUD ad essere fabbricato in una misura abbastanza piccola per le donne che non avevano ancora avuto figli. In seguito, sono stati prodotti IUD che rilasciavano anche ormoni.
Negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, la contraccezione ormonale si espande includendo prodotti ormonali da impiantare e da iniettare, inoltre, vengono prodotte "pillole" a basso dosaggio. Nel 1992, la "contraccezione d'emergenza", sempre a base di ormoni sintetici, diventa ampiamente disponibile. Alla fine degli anni Novanta, si assiste ad una rapida espansione e diffusione di vari prodotti anticoncezionali a base ormonale quali: il cerotto ("patch") ormonale, l'anello vaginale, i prodotti iniettabili, gli impianti singoli.
Torniamo, ora, ai primi tempi in cui la "pillola" fu immessa sul mercato e ad un fenomeno interessante ai fini della nostra disamina. Assumendo i primi tipi di pillola, le donne non sanguinavano e questo non piaceva a molte; così vennero usati degli accorgimenti per produrre un sanguinamento ciclico, le "finte mestruazioni". Questo fatto può essere considerato emblematico dell'atteggiamento ambivalente che molte donne hanno verso le mestruazioni: spesso ce ne lamentiamo, ma ne sentiamo la mancanza quando non le abbiamo, probabilmente perché, comunque, sono importanti per la nostra identità, anche per il modo in cui scandiscono per noi il tempo, dandoci un senso del tempo ciclico, rassicurante rispetto al tempo lineare imposto dalla modernità. Infatti, il tempo ciclico permette di dare forma alle nostre esperienze, una forma narrativa con un'inizio, un culmine e un compimento. Tutti i ritmi vitali seguono quest'andamento ciclico, che è anche quello delle narrazioni umane.
La corporeità ciclica è un esperienza fondamentale per i gruppi di self-help, anche se non viene sottovalutata la complessità della scelta anticoncezionale. Infatti, anche se i gruppi di self-help si fanno portatori di un approccio alla contraccezione centrato sulla corporeità ciclica, e sull'uso di metodi che abbiano poco impatto sulla salute e che possano essere facilmente padroneggiati dalle donne, essi sono consapevoli che, in determinati contesti e in differenti momenti della propria vita, le donne possano ritenere più opportuno l'uso di metodi quali gli IUD e i contraccettivi ormonali. Quello che i gruppi di self-help rivendicano risolutamente è che alle donne sia fornita tutta l'informazione possibile sui vari metodi perché possano davvero scegliere valutando tutti gli elementi in ballo: efficacia, sicurezza e compatibilità con il proprio sentire e con il periodo che si sta vivendo. Il principio che viene seguito può essere così riassunto: "Analizzando i metodi contraccettivi esistenti ci siamo accorte che non esiste un metodo anticoncezionale perfetto, cioè totalmente efficace, innocuo per la salute e comodo per tutte, perciò riteniamo assolutamente necessario che le donne abbiano accesso alle informazioni relative ai margini e al tipo di rischio che ogni metodo contraccettivo comporta, così da poter scegliere il metodo che ci sembra più appropriato per noi, o il meno peggio." Inoltre, le donne dei gruppi di self-help hanno sempre ben chiaro che il tema della contraccezione non può essere trattato senza prendere in considerazione il tipo di autoconsapevolezza della donna e il suo rapporto con la sessualità. Così si riconosce che i metodi più innocui per la salute, e che ci radicano nella corporeità, sono anche quelli che richiedono una maggiore serenità interiore e la capacità di tenere saldamente in mano la propria esistenza, cose queste che non sono facili da acquisire e mantenere, e che a volte sono veramente impossibili da perseguire, anche per le donne più avvezze a farlo.   
(continua) 

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